Stralcio dell’articolo di leccesette.it:
Con una innovativa pronuncia, il Tar di Lecce prende posizione sulla spinosa questione dei requisiti morali per la guida e restituisce la patente di guida ad un pregiudicato, condannato per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Questi i fatti. Un cittadino residente nella provincia di Brindisi, già condannato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, aveva chiesto alla Motorizzazione di Brindisi il rilascio della patente C per la guida di veicoli pesanti. La Motorizzazione di Brindisi, seguito l’iter istruttorio, aveva ammesso il candidato alle prove di guida e gli aveva rilasciato l’abilitazione di guida richiesta.
A distanza di pochi giorni, però, il cittadino veniva richiamato presso la stessa Motorizzazione Civile che gli ritirava la patente di guida sulla base di un provvedimento emesso dal Prefetto di Brindisi che giudicava il richiedente privo dei “requisiti morali” necessari per l’ottenimento della patente. Secondo il Prefetto, infatti, il cittadino non poteva ambire alla guida dei veicoli in ragione della grave condanna per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti che lo vedeva coinvolto.
Il cittadino si è, quindi, rivolto al legale che ha adito il Tar Lecce, censurando il provvedimento del Prefetto di Brindisi per vizi procedurali e per evidente contraddittorietà, nella parte in cui il Ministero dell’Interno non teneva conto che il cittadino era già in possesso della patente di guida B e del fatto che la l’abilitazione alla guida di veicoli pesanti avrebbe facilitato il cittadino nel suo percorso di riabilitazione e reinserimento lavorativo.
Il Tar di Lecce, con Ordinanza 26/5/22, Presidente D’Arpe, condividendo le censure formulate dall’Avv. Francesco Fina, ha ritenuto la propria giurisdizione e, sospendendo il provvedimento prefettizio, ha ordinato alle Amministrazione di ridare la patente di guida C al cittadino, anche al fine di tutelare la sua posizione lavorativa.
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