Abusi edilizi, demolizione e sanatoria: Consiglio di Stato

Il 25 maggio 2022, con la sentenza 4169, il Consiglio di Stato è nuovamente intervenuto in termini di demolizione di abusi edilizi e sanatoria. In particolare, sull’istanza di accertamento di conformità ai sensi del Testo Unico Edilizia, specificamente l’artico 36 del dPR 380/2001. Con la sentenza viene sostanzialmente confermato che la presentazione di un’istanza di accertamento della conformità non rende inefficace il provvedimento sanzionatorio pregresso e dunque non ne determina l’improcedibilità per sopravvenuta carenza d’interesse dell’impugnazione avverso. Al massimo porta ad un arresto temporaneo dell’efficacia della misura repressiva. In caso di rigetto dell’istanza di sanatoria, tale efficacia riprende i suoi effetti integralmente, come come riportato da lavoripubblici.it.

Se invece l’ordine di demolizione venisse emesso in un momento successivo alla presentazione dell’istanza di sanatoria e prima del compimento dei termini previsti al succitato articolo 36 del dPR 380/2001 l’ordinanza sarebbe illegittima.

Il caso specifico affrontato con la sentenza 4169/2022 riguardava l’inerzia, prospettata dal ricorrente, da parte dell’amministrazione pubblica sull’istanza di sanatoria. Inerzia protrattasi oltre sessanta giorni, stando al ricordo in cui si rammentavano anche le osservazioni, da parte del ricorrente, al preavviso di rigetto dell’istanza. Secondo il Consiglio di Stato l’inerzia dell’amministrazione protrattasi per il tempo prescritto dalla legge equivale ad un provvedimento tacito di diniego, indipendentemente dalle osservazioni.

Urbanistica / Edilizia
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