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Conto corrente estero: gli obblighi

Il conto corrente estero è, ovviamente, una pratica perfettamente legale. Purché si sia adempienti rispetto agli obblighi di legge. Ecco quali, in generale. Innanzitutto il conto deve essere dichiarato da chiunque (sia esso una persona fisica, un ente oppure una società) con residenza fiscale in Italia. L’obbligo di dichiarazione riguarda tutti i prodotti finanziari tali da generare reddito imponibile nel nostro Paese. Va indicato il nome dell’intestatario oltre a quello dell’effettivo beneficiario, ciò per evitare che tramite prestanome venga aggirato il fisco. Obbligo di dichiarazione se il valore massimo del conto abbia superato, anche una sola volta nell’anno, i quindicimila euro. O anche (tramite compilazione, come nel caso precedente, del quadro RW della dichiarazione dei redditi) se la media di presenza del denaro nel conto, nel periodo di imposta, sia superiore ai cinquemila euro. In tale ultimo caso scatta l’importa Ifave, da versare all’Italia.

Chi si sottragga agli obblighi sarebbe soggetto a verifiche fiscali e sanzioni in cui quella fissa da 250 euro sarebbe la conseguenza minore, considerata la sanzione percentuale (dal 3 al 15 per cento) rispetto al denaro detenuto all’estero, raddoppiata in caso di depositi in Paesi nella black list europea.

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